Violenza, anche economica, sulle donne, Usl: “Creare una società più equa”

Violenza, anche economica, sulle donne, Usl: “Creare una società più equa”

“Non è possibile rimanere indifferenti di fronte al dilagare della violenza che colpisce le donne”.

Lo dice l’Unione sammarinese dei lavoratori evidenziando in un comunicato che, “con il decreto delegato 20 marzo 2024 n. 62, che ha modificato la legge 20 giugno 2008 n. 97 ‘Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere’, si sono fatti indubbiamente passi avanti, ma tanti ne restano ancora da compiere”.

“C’è ad esempio anche un grande tema legato alla violenza: la violenza economica, che ultimamente si sta abbattendo con ancor più forza su chi è fragile – asserisce il sindacato del Titano -. Problematica che, purtroppo, non ha mai risparmiato le donne. Se guardiamo alla Ue, la direttiva 2023/970 del 10 maggio 2023, contiene misure per rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. Con questo strumento, introducendo il principio della trasparenza retributiva, il legislatore comunitario intende attribuire nuovi poteri agli organismi di promozione della parità”.

E ancora: “Qui a San Marino, grazie ai contratti erga omnes, le donne percepiscono, a parità di ruolo, esattamente quanto percepito dagli uomini, questo però a volte solo sulla carta perché la realtà talvolta è ben diversa ed è fatta di donne che vengono inquadrate a livelli più bassi rispetto alle mansioni che effettivamente svolgono. Ed è per questo che l’attenzione deve rimanere massima per sanare queste distorsioni. A tal proposito, invitiamo chi avesse problematiche del genere a rivolgersi a Usl”.

A detta dell’Unione sammarinese dei lavoratori, “l’Ue rappresenta senz’altro un cantiere sempre aperto sui temi del lavoro, tuttavia, a volte, le direttive europee sono recepite tardivamente e spesso in maniera incompleta; stessa cosa dicasi per le Convenzioni che talvolta rischiano di essere attuate anch’esse in maniera incompleta: la Convenzione Onu sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, adottato dall’Assemblea generale dell’Onu il 18 dicembre 1979, all’art. 13 lettera A, fa specifico riferimento al diritto agli assegni familiari, diritto purtroppo qui in Repubblica ancora negato a coloro che, non solo donne, non hanno una occupazione”.

L’Usl se la prende anche con la nuova riforma pensionistica, che “penalizza ancora le donne che hanno avuto figli e che inevitabilmente restano indietro dal punto di vista contributivo”.

“Abbiamo necessità di perseguire con coraggio la sfida verso una parità effettiva tra generi anche sul piano economico – dichiara il segretario generale dell’Usl, Francesca Busignani -, questo richiede trasparenza sugli inquadramenti, riforme che tengano conto di alcune dinamiche, normative che mettano a terra le convenzioni o le direttive a supporto, accesso equo alle posizioni di leadership, ulteriore supporto alla conciliazione lavoro-famiglia, formazione continua, maggior contrasto alla discriminazione, incentivi alle aziende virtuose e campagne di sensibilizzazione per combattere gli stereotipi di genere. Solo così possiamo colmare totalmente e realmente il divario economico di genere e creare una società più equa e prospera senza violenze economiche”.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy