San Marino. Caso Titoli, le difese: “La politica aleggia su questo processo”

San Marino. Caso Titoli, le difese: “La politica aleggia su questo processo”

Rassegna Stampa – Lamentata la violazione del diritto di difesa “Richieste di pena sproporzionate Rappresentazione veramente folle delle parti civili”

Le difese: “La politica aleggia pesantemente su questo processo”

ANTONIO FABBRI – Ieri la prima udienza del processo sul cosiddetto caso Titoli, dedicata alle arringhe degli avvocati difensori.

Arringhe previste anche nella giornata di oggi per poi proseguire lunedì 8 luglio, quando, dopo la camera di consiglio, è attesa la sentenza di primo grado del giudice Vico Valentini. La difesa Savorelli L’udienza si è aperta con l’arringa dell’avvocato Francesco Maresca, difensore dell’ex direttore di  Bcsm Lorenzo Savorelli, nell’ambito del processo 500 sul cosiddetto “caso Titoli” e non solo. Una premessa, quella dell’avvocato Maresca, che ha portato una dura riflessione sul sistema processuale del Titano: “Il codice sammarinese limita, se non annulla, i diritti della difesa – ha esordito – Ecco l’imbarazzo da una parte perché noi siamo abituati a difendere al meglio i nostri assistiti… questo a San Marino non ci è stato permesso, non ci sarà permesso negli even- tuali ulteriori gradi di giudizio. Noi penalisti italiani siamo amareggiati per questo calpestare i diritti della difesa, ci è un po’ in- sopportabile, ma dobbiamo adeguarci anche se abbiamo qualche difficoltà a digerirlo. Tuttavia la giurisdizione va accettata”, ha detto il legale sottolineando anche certe criticità sulle testimonianze. “Abbiamo trascorso due anni trascorsi ad ascoltare testimoni spesso falsi, reticenti, molto spesso ‘preparati’. Sono venuti a confermare i verbali di sommarie informazioni”.

Poi l’avvocato Maresca ha confessato al giudice: “Più di una volta ho avuto il pensiero i ricusare la Signoria vostra, perché più di una volta ha espresso il suo pensiero anticipando in modo evidente l’indirizzo processuale, dandomi così la convinzione che questo processo fosse già scritto nel suo epilogo… perché gli im- putati, un gruppetto di imputati, devono pagare una atteggiamento politico che prima li ha chiamati come eccellenza della professione, disturbando persino il presidente Mario Draghi (Savorelli lavorava nello staff di Draghi in Banca mondiale) per sistemare le cose sammarinesi e risanare il sistema vicino al col- lasso, come accertato dall’Aqr. Poi, dopo averli chiamati, li licenzia, li indaga, li mette sotto processo. Il sistema sammarinese era completamente al collasso e quindi si doveva proteggere, andare contro l’attività di pulizia che era stata iniziata, per evitare di fare emergere chi quel collasso lo aveva provocato a livello politico, finanziario e bancario negli ultimi 10 anni”. Il difensore di Savorelli sottolinea che l’Asset quality review (Aqr) vo- luto dall’allora  Banca Centrale “svelava un sistema al collasso tenuto nascosto”.

Poi il legale ha parlato di “rappresentazione veramente folle” riferendosi alle parole dell’avvocato di  Banca Centrale, Filippo Cocco, che aveva parlato nelle sue conclusioni di “colpo di Stato”. “Quello che è vero – ha aggiunto – è che la politica aleggia pesantemente su questo processo a conferma dell’influenza della stessa sulla giustizia sammarinese. Tanto che vari giornali hanno invitato i politici a fare piazza pulita della cricca Confuorti”, ha stigmatizzato il legale riferendosi, in verità, a un sito Internet che giornale non è. L’operazione dei Demeter viene descritta dalla difesa come un’azione inserita in un progetto di sistema che era in crisi di liquidità.

Contestata dalla difesa, inoltre, la revoca da parte del giudice dell’audizione di Wafik Grais come testimone. Una audizione che era ritenuta fondamentale, invece, anche da altre difese. Inoltre “la nomina di Grais è stata fatta dal Consiglio grande e generale e sempre lo stesso Consiglio ha ratificato la nomina di Savorelli”. Circa gli interventi di rigore su Asset Banca l’avvocato Maresca ha sostenuto essere necessari: “I bilanci erano disastrosi, proba- bilmente falsi, si proseguiva in una politica espansiva che non era giustificata”.

Il legale sulla scorta delle espo- sizioni dei periti riscontra in Asset “una serie di anomalie oggettive: l’assenza nel 2016 di un piano industriale, la situazione doveva essere indagata, lo stesso collegio sindacale nella relazione al bilancio 2015 segnalò la necessità di riduzione dei costi, cosa che non avvenne. Era eclatante la necessità di una amministrazione controllata e di una serie di provvedimenti di rigore. Non si capisce quale sia allora l’esercizio improprio del proprio potere per scopi diversi, se non quelli che un buon am- minisitratore di un ente come  Bcsm doveva porre in essere”. Circa il blocco dei pagamenti viene sottolineato dalla difesa che venne deciso “quando era necessario, e non prima”, dal commissario Venturini che sot- tolineò che “l’assemblea dei soci sarebbe stata inutile, perché rica- pitalizzare 150milioni era impossibile”.

Quanto alla successiva acquisizione di Asset da parte di Carisp il legale sottolinea che “la cessione a Carisp ha raggiunto l’obiettivo di rimborsare tutti i risparmiatori”. Circa l’operazione dei titoli Demeter e l’accusa di “impiego illecito di risorse patrimoniali” della  Banca Centrale, l’avvocato Maresca ha rigettato le accuse. “Ci sono le contabili di quell’operazione e sono stati fatti i passaggi e l’iter ammini- strativo per arrivare all’acquisto del titolo. Ogni funzionario che vedeva passare davanti a sé que- gli ordini di pagamento, poteva fermarli, allertare la vigilanza, se si fosse pensato che era una ope- razione illecita”. Inoltre, citando il dottor Piero Aicardi, consu- lente di  Banca Centrale, l’avvo- cato sottolinea che “cedole o non cedole,  Banca Centrale dall’o- perazione titoli ha guadagnato circa 800mila euro”. “La verità – ha aggiunto il legale – è che di tutta questa operazione, al di là della totale assenza di qualsiasi elemento probatorio dal punto di vista doloso, per Savorelli non vi è assolutamente traccia di alcun vantaggio illecito”.

L’avvocato Maresca ha quindi chiesto l’assoluzione del suo assistito. In chiusura dell’arringa dell’av- vocato il giudice Vico Valentini, ha verbalizzato la richiesta e in una breve replica, poiché chia- mato in causa su una paventata e poi non presentata ricusazione ha affermato: “Non colgo le ragioni di questa determinazione non concretizzata, ma confermo una terzietà che per me è già sco- natata”, ha affermato il giudice Valentini.

 

La difesa Siotto  Ha quindi peso la parola per Filippo Siotto, l’avvocato Luca Maggiora che ha a sua volta rilevato alcune anomalie che hanno penalizzato il diritto di difesa. “Questa particolare pro- cedura ha permesso di introdurre argomentazioni su cui la difesa ha potuto poco interloquire. Parti civili prive di qualsivoglia requisito si costituiscono, c’è una generica mancanza di pro- spettazione del danno”, ha detto l’avvocato a fronte di richieste risarcitorie molto ingenti.

L’avvocato Maggiora, quanto alla ricostruzione dei fatti, ha parlato di “suggestione che si è voluta introdurre nel processo rispetto a tutte queste elaboratissime ipotesi di reato: abbiamo imputazioni che sembrano dei libercoli. Il processo le ha offerto una versione alternativa alla iper accusa di  Bcsm, che ha parlato di colpo di stato… va bene suggestione, ma restiamo in una base coinci- dente con la realtà”, ha esortato l’avvocato Maggiora. Quindi ha contestato la violazione del diritto di difesa laddove, con la riqualificazione di una delle imputazioni in malversazione, “modificata perché banalmente sarebbe altrimenti decorso il ter- mine di prescrizione, non è stato poi concesso un termine alle difese riportando gli atti in istruttoria per poi esercitare i propri diritti in quella sede. Questi artifici per allungare il tempo di prescrizione non possono andare a detrimento dell’imputato”  ha detto. Inquadrata dall’avvocato, poi, la situazione di San Marino in forte crisi a causa di “una gestione politica ultradecennale fatta in un certo modo che qui è emersa pacificamente”.

Quanto all’operazione dei titoli Demeter “fu un’operazione di sistema necessaria. Lo stesso consulente indipendente di  Bcsm ha affer- mato: ha guadagnato 800mila euro. I costi connessi furono largamente inferiori al rendimento del titolo. Sarebbe stato molto più conveniente attendere la scadenza per rivenderlo”, ha sottolineato l’avvocato. Per il legale, dunque, l’azione degli ex vertici di  Bcsm va in- quadrato in un contesto critico: “Non possiamo fare finta di niente di fronte all’Aqr, alla condizione delle banche, al fatto che questo stato stava per fallire… Volevamo fallire? Accusiamo allora tre soggetti di colpo di Stato quando hanno agito invece per fronteggiare questa situazione”. Grave, per la difesa Siotto, che sia stata revocata la testimo- nianza di Grais.

“Per me grave lacuna non averlo sentito, poteva e doveva fornirci informazioni… non è stato sentito, per cui proce- diamo con una grave lacuna”. Ritenuta inattendibile dalla difesa, poi, la testimonianza dell’avvocato Matuella, citata in più di un caso dalla pubblica accusa e dalle parti civili. Il motivo è di acredine ed è uno dei più banali: la più classica delle liti, quella tra vicini. “Matuella – ha detto l’avvocato Maggiora – è vicino di casa di Siotto, ma non lo sop- porta, è l’unico con cui litiga. Lo odia…”, ha detto. Circa le accuse mosse a Siotto, poi, l’avvocato ha aggiunto: “E’ un dipendente di  Bcsm, le cose che gli vengono ordinate di fare non sono penalmente rilevanti, quindi le deve fare. A lui non sono attribuibili condotte penalmente rilevanti, perché lui era un dipendente e non poteva fare diversamente”.

Critiche a diversi testimoni anche dall’avvocato Maggiora: diversi reticenti, altri hanno ritrattato o preso tardi- vamente le distanze o seguito una narrazione di convenienza. “Questi testimoni sono masche- re”, ha affermato, ed ha chiesto l’assoluzione del suo assistito con formula piena.

 

La difesa Confuorti E’ toccato quindi all’avvocato Serena Perna, difensore di Francesco Confuorti, pronunciare la propria arringa difensiva, a partire dallo stupore per le richieste dell’accusa. “Sono ri- masta stupita dalle richieste del Procuratore del Fisco a 11 anni di reclusione oltre alla multa…” Una richiesta sproporzionata secondo il legale alla luce del fatto che il suo assistito non riveste la qualifica di pubblico ufficiale, ma semmai di concorrente rispetto a chi ha la qualifica. E non si è mai visto “che per chi concorso con il pubblico ufficiale venga richiesta una pena maggiore del pubblico ufficiale stesso”. Poi il legale ha inquadrato la figura di Confuorti, sottolineando come la sua presenza a San Marino fosse ben precedente rispetto al periodo dei fatti contestati.

L’avvocato Perna, dopo aver illustrato la figura professionale di Confuorti, ha ricostruito la sua presenza a San Marino fin dal 2006, “perché Confuorti con il suo ruolo di investitore, con la Advantage financial, aveva già rapporti all’epoca con Banca Partner. Conosceva la realtà sammarinese”. Poi ha richiamato le varie testi- monianze, lo scambio di mes- saggi emerso “con l’onorevole Pasquale Valentini” e poi con l’ex Segretario alle finanze Claudio Felici.

“Dopo Valentini i rapporti proseguono e sono nella comunicazione dell’onorevole Felici, che nel 2014 scrive: ‘gentilissimo… avremmo piacere di averti come nostro consulente’ e vuole costituire una task force di esperti indipendenti, per un progetto di rilancio allo scopo di valorizzare e richiama pure un verbale del Consiglio grande e generale”. Poi l’avvocato cita le comunicazioni depositate nel processo di Confuorti con l’ex segretario Simone Celli e aggiunge che “tantissime persone venute a lavorare a San Marino tramite Confuorti, e poi hanno rinnegato, come anche Pedrizzi – ha detto l’avvocato riferendo- si all’ex commissario di Asset – Tutte queste persone sono venute a San Marino tramite Confuorti, non perché è un bandito, ma sono tutte persone qualificate e preparate. Poi Pedrizzi è venuto via perché ha litigato per i suoi soldi… perché pensava di avere un vantaggio economico più alto”, ha detto l’avvocato Perna. Passando in rassegna le varie imputazioni, dunque, l’avvocato ha contestato la violazione del segreto d’ufficio sottolineando come Confuorti avesse fatto da mediatore per l’ingaggio di Bo- ston consulting da parte di  Bcsm per l’Aqr ed era quindi titolato ad avere accesso alle informazioni.

“Che rivelazione di segreto c’e’ se faccio parte di questa interazione?”, ha chiesto l’avvocato Perna. Anche sul caso dei titoli Demeter la difesa ha rigettato tutte le accuse. “L’operazione è stata fatta perché c’era necessità di liquidità per BancaCis, perché si stava lavorando per il sistema di San Marino: di fatto Confuorti non ha avuto alcun vantaggio, perché il vero vantaggio era nel tenere i titoli”. “Io credo – ha concluso l’avvocato Perna – che tutta quest vicenda possa essere letta non come ci ha proposto il Procu- ratore del fisco, Confuorti che obbliga la gente, aleggia come un fantasma, obbliga a compra- re titoli, a fare determine, una specie di bandito, ma va vista in modo sereno, per un intervento di sostegno e di risanamento di un sistema bancario che era pacificamente in crisi. Quindi io ritengo che possa essere mandato assolto Confuorti con la formula da lei ritenuta di giustizia”.

La contestazione delle richieste risarcitorie Ha chiuso gli interventi della mattinata l’avvocato Caterina Filippi, legale di Siotto, che si è focalizzata sulle richieste risarcitorie, contestando i conteggi fatti dalle parti civili e soprat- tutto rilevando la duplicazione e sovrapposizione delle richieste risarcitorie dei vari soggetti che hanno chiesto i danni patrimo- niali e non patrimoniali. Richieste risarcitorie che ammontano complessivamente a oltre 400 milioni di euro. Nel pomeriggio di ieri, poi è sta- ta la volta delle difese Fabiani, Sommella e Gianatti, delle cui arringhe daremo conto domani. Oggi le conclusioni di altri difensori.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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