San Marino. Al vaglio della Cedu l’Odg che voleva trascinare i cittadini in tribunale per un’Istanza

San Marino. Al vaglio della Cedu l’Odg che voleva trascinare i cittadini in tribunale per un’Istanza

RASSEGNA STAMPA – La vicenda è quella dell’istanza d’Arengo dell’Uds che, citando i dati del Grevio, chiedeva di attuare la Convenzione di Istanbul

ANTONIO FABBRILa vicenda dell’Istanza d’Arengo dell’Unione donne sammarinesi che chiedeva la piena attuazione delle Convenzione di Istanbul contro al violenza sulle donne e riportava i dati del report del Grevio, bocciata e seguita da un odg che voleva trascinare in tribunale gli istanti, è stata presa in carico dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Alla bocciatura dell’Istanza, infatti, era seguita l’approvazione di un Ordine del giorno da parte della maggioranza, per trascinare in tribunale i cittadini e le cittadine istanti.

Il Segretario alla giustizia Massimo Andrea Ugolini e diversi esponenti di maggioranza, tra cui l’attuale Segretario agli interni all’epoca consigliere, Gian Nicola Berti, si inalberarono contro l’Istanza d’Arengo dell’Uds che, riportando la relazione del Grevio e i dati in questa richiamati, chiedeva l’attuazione della Convenzione di Istanbul per la lotta alla violenza sulle donne.

La maggioranza dal canto suo contestava quei dati e così non trovò meglio da fare che dare mandato all’esecutivo di attivare il tribunale. Ebbene, dopo che il Segretario agli Esteri Luca Beccari andò a metterci una pezza riferendo che a quell’Odg non sarebbe stato dato seguito, e quindi i cittadini non sarebbero stati citati in giudizio, il Consiglio d’Europa ne prese atto, non mancando di inserire, però, nel proprio report una tirata d’orecchie per quell’Ordine del giorno approvato dalla maggioranza il 2 dicembre del 2022.

Nel frattempo, l’avvocato Gloria Giardi per conto di UDS, aveva interessato dell’accaduto – definito dalle opposizioni già all’epoca un Odg “scellerato” e “una delle pagine più buie dell’attività parlamentare” – la Corte Europea dei diritti dell’uomo. Corte che, lo scorso 15 aprile ha pubblicato il ricorso prendendolo in carico.

Ricostruendo l’accaduto la Corte dà conto sia del report del Grevio, riportato dall’Istanza e anche dei dati diversi forniti sempre in quella seduta dalla Segreteria alla Giustizia. Lascia tuttavia intendere che il punto non è tanto la divergenza dei dati, quanto l’azione giudiziaria richiesta dall’Odg della maggioranza politica.

Nell’ambito di un’Istanza – ricostruisce la Cedu – presentata dall’Organizzazione Unione Donne Sammarinesi (“UDS”) con la richiesta di misure da adottare per ridurre il numero” dei casi di violenza sulle donne “il Consiglio ha respinto la richiesta e ha adottato il provvedimento impugnato”, cioè l’Ordine del giorno portato all’esame della Corte. “Non è chiaro se sia stata effettivamente svolta un’indagine – dice poi la Cedu – tuttavia, a seguito di un intervento dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (“APCE”), in relazione alla questione, il Governo ha confermato per iscritto di non aver visto elementi che giustificherebbero un’indagine e ha pertanto considerato chiuso il procedimento. Tuttavia, secondo il ricorrente, la decisione del 2 dicembre 2022 resta efficace poiché non è stata revocata”.

Inoltre, “basandosi sull’articolo 10 della Convenzione, la ricorrente ritiene che la decisione del Parlamento sammarinese del 2 dicembre 2022 – che richiedeva misure investigative e implicava che fornire informazioni a un organismo di controllo potesse costituire un reato – ha avuto su di lei un effetto dissuasivo (come avvocato, attivista e cittadino), indipendentemente dal fatto che il procedimento si sia concluso. Ha sottolineato che lo scopo di fondo della misura è quello di intimidire sia gli avvocati che gli attivisti dal perseguire la difesa dei diritti umani, tra l’altro, assistendo gli organismi di controllo”.

Così la Corte ricostruisce il ricorso e formula due domande alle parti, la ricorrente, quindi Uds con l’avvocato Gloria Giardi, e lo Stato: “La ricorrente è stata vittima di un’ingerenza nella sua libertà di espressione, in particolare nel suo diritto di ricevere e diffondere informazioni e idee, ai sensi dell’articolo 10 § 1 della Convenzione?” e in questo caso, “tale ingerenza era prevista dalla legge e necessaria ai sensi dell’articolo 10 § 2?” Richieste di chiarimenti cui le parti saranno chiamate a rispondere.

Comunque si concluda, anche da questo caso arrivato davanti alla Cedu, come già era accaduto con l’APCE, emerge che quell’ordine del giorno approvato dalla maggioranza il 2 dicembre 2022 ha causato più di un imbarazzo.

Il primo interno, mostrando una certa politica che si serve del tribunale e dell’azione giudiziaria per mettere a tacere critiche o contestazioni.

Il secondo esterno, con casi di questo tipo arrivati giustamente all’attenzione di vari organismi internazionali, poiché determinate azioni di fatto intimidiscono chi intende portare alla luce le problematiche che riscontra.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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