San Marino. L’enigma Inno, Michele Bovi

San Marino. L’enigma Inno, Michele Bovi

SAN MARINO Dopo ‘i grembiulini del Titano‘, Michele Bovi si occupa dell’ Inno Nazionale della Repubblica di San Marino in un articolo dedicato a canzoni che fanno riferimento al nostro Paese. L’articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2017 del mensile Super, sotto il titolo ‘San Marino è una canzone, 75 Brani, Autori Illustri, L’enigma Inno’.

MICHELE BOVI, giornalista e autore di saggi. Ha realizzato inchieste televisive su diritto d’autore e plagi musicali. Le sue ricerche internazionali sugli antenati del videoclip lo hanno accreditato come massimo esperto della materia. Alla RAI è stato caporedattore centrale del Tg2, dirigente di Raidue e capostruttura per l’intrattenimento di Raiuno. Ha ideato programmi TV di successo come Eventi Pop, I ’60 a colori, TG2 Mistrà, DaDaDa, TecheTecheTe’, Segreti Pop.  Nel febbraio scorso ha pubblicato il saggio  ‘NOTE SEGRETE Eroi, spie e banditi della musica italiana

Un capitolo a parte merita l’Inno Nazionale della Repubblica di San Marino. In tutti i Paesi le esecuzioni e le rappresentazioni dell’inno nazionale non sono soggette al diritto d’autore in ragione della caduta in pubblico dominio dei diritti, essendo decorsi più di 70 anni dalla morte degli autori. A confezionare l’Inno sammarinese fu Federico Consolo (1841-1906), musicista anconetano che aveva studiato composizione con Franz Liszt. Consolo era stato segnalato alle autorità del Titano da Giuseppe Verdi. La sua opera si ispirava a una corale religiosa del X secolo trascritta in un breviario monastico. L’Inno fu eseguito per la prima volta dalla banda militare il 30 settembre 1894 per l’inaugurazione del Palazzo Pubblico, presente Giosuè Carducci, in veste di oratore ufficiale: i versi con cui il poeta concludeva il suo intervento furono 80 anni dopo metricamente adattati alla musica di Consolo dal maestro Cesare Franchini Tassini, fondatore della Corale San Marino, divenendone il testo ufficiale: “Oh antica Repubblica / Onore a te virtuosa / Onore a te. / Oh antica Repubblica / Onore a te virtuosa / Onore a te. / Generosa fidente / Virtuosa. / Oh Repubblica / Onore e vivi eterna / Con la vita / E gloria d’Italia / Oh antica Repubblica / Onore a te”.
Essendo l’Inno nazionale di pubblico dominio la sua esecuzione non dovrebbe produrre profitti. Eppure risultano in proposito due elaborazioni, entrambe depositate sia nel Catalogo statunitense che in quello della SIAE. La prima ha il titolo 2012 National Anthem of San Marino; l’elaborazione dell’opera è a firma di Philip Sheppard, compositore inglese di colonne sonore per il cinema e la televisione e docente alla Royal Academy di Londra, la più antica scuola di musica del Regno Unito. Sheppard ha avuto l’incarico di elaborare i 205 inni delle nazioni partecipanti alle Paralympiadi del 2012 (ecco quello sammarinese rintracciabile sul web all’indirizzo www.youtube.com/watch?v=EEQfXQkSks0). Così l’Inno Nazionale di San Marino risulta depositato a nome di Sheppard e dal Comitato londinese organizzatore dei giochi in veste di “editore originale”, più l’Universal Music Italia, che figura come sub-editore per la SIAE.
Il secondo deposito che si accaparra il titolo San Marino Inno Nazional è firmato per l’elaborazione dal direttore d’orchestra francese Amaury du Closel (già citato precedentemente in quanto autore di una canzone intitolata San Marino), mentre nella casella “editore originale” compare l’azienda internazionale di edizioni Cezame Argile, più il sub-editore per il territorio italiano Universal Music Publishing Ricordi Srl. Tutti costoro – elaboratori, editori, sub-editori – secondo gli Archivi del Copyright, risultano con la formula Aventi Diritto. Pure se si tratta di un Inno Nazionale, che pertanto dovrebbe essere salvaguardato da divieto assoluto di sfruttamento commerciale. Va detto che non è solo l’inno di San Marino a risultare appetito da pretendenti. Nell’Archivio della Società Italiana degli Autori ed Editori Il Canto degli Italiani (indicato anche come Inno di Mameli) conta ben 21 depositi per i quali con la qualifica di elaboratori risaltano diversi apparenti intrusi, dal solito Philip Sheppard al musicista olandese Cees Bergman, fino alla Banda britannica del Corpo degli Ingegneri Reali. C’è addirittura un deposito che attribuisce la paternità quale “compositore originale” di Fratelli d’Italia a Pippo Caruso, il leggendario direttore d’orchestra per anni accompagnatore di Pippo Baudo. Anche Goffredo Mameli insomma ha i suoi irriducibili competitori. Federico Consolo può consolarsi.

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