L’Informazione di San Marino: “Azioni amministrative, penali e civili contro i giornalisti che hanno scritto notizie vere”

L’Informazione di San Marino: “Azioni amministrative, penali e civili contro i giornalisti che hanno scritto notizie vere”

Rassegna stampa – Azioni amministrative, penali e civili contro i giornalisti che hanno scritto notizie vere. Da Bcsm e dallo Stato una raffica di denunce in tutte le sedi contro i cronisti. Da Via del Voltone era arrivata persino la minaccia di azioni disciplinari davanti all’Ordine.

Venne adita addirittura anche l’Authority per la privacy che intimò al direttore del giornale, salvo poi tornare sui suoi passi, di rivelare la fonte delle informazioni pena una multa salata

ANTONIO FABBRI – Scolpito nelle motivazioni della sentenza assolutoria che i giornalisti hanno e esercitato il loro diritto di cronaca, che quello che hanno pubblicato era vero, verificato e non era segreto. Tuttavia sono stati processati per pubblicazione di atti coperti da segreto che non erano segreti e hanno dovuto rispondere anche di divulgazione di atti che non hanno mai divulgato.

Va ricostruita la genesi dell’azione messa in piedi dallo Stato e dalla Banca Centrale per comprenderne l’infondatezza, sancita dalla sentenza assolutoria perché “il fatto non sussiste”, e la conseguente strumentalità e abnormità dell’azione di Enti pubblici e soggetti istituzionali contro i giornalisti.

Per comprenderlo occorre partire dalle prime pressioni tramite e-mail fatte da Banca Centrale per inibire la pubblicazione di notizie di pubblico interesse. Intimazioni cui sono seguite azioni giudiziarie in sede amministrativa, penale- civile e persino davanti all’Authority per la privacy, oltre a minacciare azioni disciplinari davanti all’ordine dei giornalisti.

La pubblicazione di notizie vere e verificate Dopo la pubblicazione del 16 luglio del 2020, delle motivazioni dell’archiviazione del caso cosiddetto della “consulenza fantasma” e l’approfondimento successivo del 13 agosto 2020, il giornale chiede alla Banca Centrale e alla sua Presidente una dichiarazione di replica.

Per tutta risposta la presidente parla di “ fake news incontro Tomasetti/Servizi Segreti” smentendo quanto riportato nell’articolo, che però dava conto di quanto cristallizzato negli atti giudiziari legittimamente consultati della archiviazione di quel caso, pertanto quanto riportato era tutt’altro che una fake news.

La diffida per inibire la pubblicazione e le azioni legali di Bcsm in ogni sede Ma in quella e-mail di replica, che veniva comunque pubblicata integralmente dal giornale il 14 agosto e poi anche il 17 agosto, era contenuta la diffida “dal perseverare nella divulgazione e pubblicazione, direttamente o per riassunto, degli atti, notizie e informazioni contenute nel fascicolo penale in oggetto”; veniva pure ricordato che lo stesso giorno 13 agosto era stato presentato da Bcsm un ricorso amministrativo e che ci si riservava di sottoporre la vicenda “all’attenzione dell’autorità giudiziaria penale ed all’ordine dei giornalisti”.

In una comunicazione sola, insomma, diffida a pubblicare quanto legittimamente pubblicato e pubblicabile, comunicazione di ricorso amministrativo già fatto, minaccia di denuncia penale, poi presentata, minaccia di azione disciplinare davanti all’ordine dei giornalisti.

Tutto questo perché? Perché un giornale e dei giornalisti hanno fatto il loro lavoro ed hanno pubblicato notizie vere, verificate e di preminente interesse pubblico. Tra l’altro, nel ricorso amministrativo, venne chiamata a raccolta come cointeressata contro i giornalisti, anche l’Eccellentissima Camera, cioè lo Stato per il tramite del Governo che, poi si vedrà, poco dopo rispose all’appello, anziché porsi a tutela del diritto fondamentale di informazione, puntellando le denunce di Bcsm, che presentò querela il 14 agosto, anche in sede penale.

Denunce che, vista la sentenza pienamente assolutoria, si sono rivelate infondate in fatto e in diritto.

I primi effetti delle prevaricazioni sui giornalisti I primi effetti delle prevaricazioni contro la libertà di stampa e i giornalisti – oggi a buon titolo queste azioni possono essere definite tali – arrivarono subito con la notifica brevi manu, da parte dell’avvocato di Bcsm Tania Ercolani, del ricorso amministrativo.

Arrivarono tuttavia in maniera ancor più inquietante, ad attestare una azione concentrica messa in piedi contro i giornalisti, quando l’Authority per la privacy, adita dagli stessi soggetti che avevano mosso le azioni giudiziarie in tutte le sedi, intimò al Direttore di questo giornale di rivelare “la fonte dalla quale sono state attinte le parti virgolettate”, degli articoli pubblicati, avvertendo che se “entro 5 giorni” non si fosse data risposta “l’Autorità Garante prenderà provvedimenti”, vale a dire multa salatissima.

Questa intimazione venne resa pubblica dal giornale e si levò un coro di indignazione nella pubblica opinione e da parte della Consulta per l’informazione.

La fonte, come imposto dalla legge e dal codice deontologico dei giornalisti a tutela della professione, non venne ovviamente rivelata dal Direttore.

Così, probabilmente accortasi dell’abuso, l’Authority per la privacy tornò sui suoi passi… ma altre azioni contro i giornalisti erano in arrivo.

Ne daremo conto nei prossimi giorni a partire dalle denunce penali della Bcsm e dello Stato su impulso del Governo.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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