La denuncia dell’Aaslp: “Avvelenati alcuni alberi ultra trentennali a Fiorentino (San Marino)”

La denuncia dell’Aaslp: “Avvelenati alcuni alberi ultra trentennali a Fiorentino (San Marino)”

“Alcuni alberi ultra trentennali sono stati avvelenati. Fori nei tronchi per iniettare una sostanza tossica ed avvelenare gli alberi: caccia ai responsabili”.

A denunciare questo misfatto ambientale nella Repubblica di San Marino è l’Azienda autonoma di Stato per i lavori pubblici.

“È appurato che sono stati creati fori nel tronco per iniettare una sostanza tossica e questa azione ha comportato la morte di due Bagolari (Celtis Australis), di 30 cm di diametro e una altezza di 12 metri, piante di oltre 30 anni in via Raffonella a Fiorentino (San Marino) – si legge nella nota dell’Aaslp -. Per ucciderli sono stati realizzati grandi fori alla base del tronco, probabilmente con il trapano e all’interno è stata iniettata una sostanza tossica, che è stata in grado di seccare la piante in poche settimane”.

L’albero avvelenato, molto probabilmente, “ha trasmesso la sostanza tossica a quello vicino, in virtù di un fenomeno chiamato anastomosi: le radici dei due alberi sono intrecciate tra loro e attraverso lo scambio di linfa il veleno è passato dall’uno all’altro”.

Le piante, che hanno subito l’avvelenamento diretto, “sono ormai secche e sono state abbattute, perché sarebbero potute crollare e mettere a rischio l’incolumità dei passanti o danneggiare i veicoli in sosta”.

Un terzo albero “non è ancora pericolante, ma è stato giudicato ormai irrecuperabile e dovrà subire la stessa sorte”.

Tutte le piante sono state “esaminate dal personale del Verde Pubblico dell’Aaslp e dalle guardie ecologiche che hanno constatato il danno ormai irreversibile, dato che non ci sono strumenti per impedire che il veleno si diffonda una volta iniettato”.

E ancora: “Non è chiaro il motivo dell’avvelenamento. Il Bagolaro è un albero a crescita lenta, molto longevo, fino a diventare plurisecolare. Grazie al forte apparato radicale è in grado di sopravvivere anche in terreni carsici e sassosi, asciutti. Non è una pianta sempreverde, ma la perdita di foglie è comune a tante altre specie, quindi non si spiega tanto accanimento”.

“Ad oggi è stato denunciato l’accaduto e si stanno cercando testimonianze ed eventuali filmati per risalire al responsabile dell’incredibile gesto“, assicura l’Azienda autonoma di Stato per i lavori pubblici.

Infine, la giunta di Castello di Fiorentino “ha espresso la volontà di acquistare tre Celtis che andranno a sostituire quelli uccisi: saranno piantati in autunno, quando è favorito l’attecchimento”.

“Questa scelta ha l’intento di inviare un duplice messaggio: da un lato condannare fermamente questa terribile azione e dall’altro ribadire la volontà di ripristinare e incrementare il patrimonio verde del Paese”, dichiara infine l’Aaslp.

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