Dall’Inno nazionale all’Eurovision Song Contest. Viaggio nella musica di San Marino

Dall’Inno nazionale all’Eurovision Song Contest.  Viaggio nella musica di San Marino

QUANTO VALE L’INNO NAZIONALE DI SAN MARINO

Intervista con il giornalista-autore tv Michele Bovi che alla Notte Rosa di Rimini assieme al maestro Vince Tempera svelerà i retroscena dello sfruttamento commerciale delle musiche che rappresentano il Titano

Domani sera alle 21 per la Notte Rosa di Rimini all’interno del parco Serra Cento Fiori (Via Galliano 19) si parlerà dell’Inno nazionale della Repubblica di San Marino e del suo sfruttamento commerciale. La circostanza è legata alla presentazione del libro “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles” scritto dal giornalista e autore televisivo Michele Bovi. Che cosa c’entra l’Inno nazionale di San Marino con i plagi?

“Il mio libro si avvale della collaborazione dei due maggiori esperti italiani di diritto d’autore, gli avvocati Giorgio Assumma di Roma e Gianpietro Quiriconi di Milano, che illustrano un ventaglio di problematiche e insidie che vanno dalle contraffazioni ai campionamenti fino all’intelligenza artificiale. C’è la ricostruzione dei processi per plagio più importanti della storia: quelli di Giacomo Puccini, George Harrison, Michael Jackson, Adriano Celentano e centinaia d’altri. A Rimini con il maestro Vince Tempera [foto] alle tastiere affronteremo anche la tematica legata agli inni nazionali. Va premesso che trascorsi 70 anni dalla morte degli autori un brano musicale diventa di pubblico dominio, pertanto chiunque può elaborarlo. Ma gli inni nazionali fanno eccezione: non possono generare proventi. Ad esempio la SIAE – Società italiana degli autori ed editori – non accetta arrangiamenti di Il Canto degli Italiani, ovvero l’inno nazionale, o meglio può accettarne il deposito senza però concedere profitti. Una regola che vale un po’ dappertutto nel mondo, a meno che non si scopra il modo per aggirarla. Come quello di cambiare il titolo del brano”.

  • Ed è qui che entra in ballo l’inno di San Marino?

“Sì. Nell’Archivio delle opere musicali della SIAE non si trova il titolo Inno nazionale della Repubblica di San Marino e neanche Oh Antica Repubblica, onore a te (dal testo di Giosuè Carducci abbinato alla musica). Si trova invece AETN San Marino che nasconde melodia, armonia e ritmo ufficiali dell’opera. Il deposito di questo brano presso la SIAE e presso le altre società internazionali di copyright indica quali aventi diritto il compositore Federico Consolo, che però nel documento della SIAE è notificato come “non amministrato”, e l’arrangiatore Ossi Bashiri, oltre alla società inglese Extreme Music che figura come editore originale e alla statunitense Sony Music come amministratore e sub editore per l’Italia. Il deposito cita un secondo “editore originale” di cui però resta secretata l’identità. Questo brano è presente su tutte le piattaforme web e genera pertanto proventi”.

  • Chi è Ossi Bashiri?

“Il suo nome lo si trova unicamente in un sito che lui stesso gestisce. Di origine iraniana, residente in Inghilterra, si presenta come autore e produttore, diplomato alla Royal Academy di Londra, con esperienze lavorative assieme a Pet Shop Boys, Duran Duran e Sade”.

A comporre l’inno fu Federico Consolo (1841-1906), musicista anconetano che aveva studiato composizione con Franz Liszt. Consolo era stato segnalato alle autorità del Titano da Giuseppe Verdi. La sua opera si ispirava a una corale religiosa del X secolo trascritta in un breviario monastico. L’inno fu eseguito per la prima volta dalla banda militare il 30 settembre 1894 per l’inaugurazione del Palazzo Pubblico, presente Giosuè Carducci, in veste di oratore ufficiale: i versi con cui il poeta concludeva il suo intervento furono 80 anni dopo metricamente adattati alla musica di Consolo dal maestro Cesare Franchini Tassini, fondatore della Corale San Marino, divenendone il testo ufficiale: “Oh antica Repubblica / Onore a te virtuosa / Onore a te. / Oh antica Repubblica / Onore a te virtuosa / Onore a te. / Generosa fidente / Virtuosa. / Oh Repubblica / Onore e vivi eterna / Con la vita / E gloria d’Italia / Oh antica Repubblica / Onore a te”.

Resta il mistero su che cosa c’entri Ossi Bashiri con l’Inno nazionale della Repubblica di San Marino.

“Ossi Bashiri sembra avere una passione per il Titano. Negli archivi della SIAE è depositato un altro brano, intitolato San Marino, del quale Bashiri si dichiara compositore assieme al trombettista ceco Jan Hasenöhrl e al pianista svedese Tommy Hansson Stig Sune. Editore è l’americana Mission Control Music e subeditore per l’Italia la britannica Emi Music. Insomma una straordinaria macedonia internazionale. Non ho ascoltato questo pezzo, ma l’altro, AETN San Marino, è proprio l’Inno nazionale. Nessuna elaborazione che lo contraddistingua dall’originale”

  • Ma è lecito appropriarsene?

“Trascorsi 70 anni dalla morte dell’autore, ossia Federico Consolo, il brano è in pubblico dominio. Lo Stato può però rivendicare il diritto morale, magari rintracciando l’esistenza di un documento del Congresso di stato che in passato abbia stabilito una forma di tutela in proposito”

  • Come si comportano gli altri Stati?

“L’inno nazionale è considerato sacro ovunque, formalmente alieno dal generare proventi. Ci sono state elaborazioni e citazioni, come quella di Jimi Hendrix con l’Inno statunitense nel live di Woodstock o quella dei Beatles con La Marsigliese in apertura di All You Need Is Love. Ma stiamo parlando dell’Olimpo delle opere dell’ingegno e nessuno si è mai sognato di reclamare. Ossi Bashiri ripropone l’Inno nazionale senza aggiungere altro. Va detto che esistono dei precedenti. Due elaborazioni dell’Inno di San Marino depositate sia nel Catalogo statunitense del copyright che nell’Archivio della SIAE. La prima ha il titolo 2012 National Anthem of San Marino; l’elaborazione dell’opera è a firma di Philip Sheppard, compositore inglese di colonne sonore per il cinema e la televisione e docente alla Royal Academy di Londra, la più antica scuola di musica del Regno Unito. Sheppard ha avuto l’incarico di elaborare i 205 inni delle nazioni partecipanti alle Paralympiadi del 2012. Così l’Inno nazionale di San Marino risulta depositato a nome di Sheppard e dal Comitato londinese organizzatore dei giochi in veste di editore originale, più l’Universal Music Italia, che figura come sub-editore per la SIAE. Il secondo deposito che si accaparra il titolo San Marino Inno Nazional è firmato per l’elaborazione dal direttore d’orchestra francese Amaury du Closel, mentre nella casella “editore originale” compare l’azienda Cezame Argile, più il sub-editore per il territorio italiano Universal Music Publishing Ricordi Srl. Posso aggiungere che anche Amaury du Closel ha composto un’altra canzone intitolata soltanto San Marino”.

  • Che differenza c’è tra queste due elaborazioni e l’opera di Bashiri ?

“La differenza sta nel fatto che Bashiri non fa riferimento a elaborazioni, si dichiara arrangiatore della composizione di Federico Consolo. E soprattutto cambia il titolo dell’opera dando così l’impressione del camuffamento. È possibile che sia soltanto un modo per cautelarsi, proprio perché certe musiche sono ritenute sacre, magari consigliato dai suoi editori che sono potenti e prestigiosi. Domani sera però il maestro Vince Tempera ed io documenteremo che Bashiri ha usato lo stesso trattamento impiegato per l’Inno nazionale di San Marino anche per altre lavorazioni, tutti inni nazionali con titoli modificati. Non è detto che tale pratica sia illegale. Certamente merita un dibattito”.

  • Lei e il maestro Tempera avete partecipato a un’altra importante iniziativa che riguardava il Titano: l’esordio di San Marino all’Eurovision Song Contest. Come andò?

“Parliamo del 2008. Ero stato nominato dalla RAI consigliere di amministrazione di San Marino RTV, all’epoca diretta da Michele Mangiafico. Decidemmo di partecipare all’Eurovision Song Contest e formammo una commissione per selezionare gli artisti da inviare a Belgrado, città ospitante di quell’edizione. Presidente Little Tony, poi c’erano il maestro Vince Tempera, Pasquale Panella paroliere degli ultimi 5 album di Lucio Battisti, Roberto “Moghe” Moretti leader dei Bluesmobile la band più famosa nella storia di San Marino, Pino Cesetti, Alessandro e Marco Capicchioni ed io. Arrivarono un’ottantina di adesioni: scegliemmo i Miodio, un gruppo formato da musicisti sammarinesi e riminesi”.

  • Una scelta autarchica. I Miodio però arrivarono ultimi…

“I Miodio erano molto bravi e il loro brano Complice era efficace e ben eseguito. Ma all’Eurovision contano le alleanze che i settori diplomatici dei Paesi partecipanti riescono a intrecciare. Io voto per te se tu voti per me. Più geopolitica che musica. Insomma per l’Eurovision conta più Palazzo Begni del Kursaal”

  • Lei e il maestro Tempera non avreste mandato quest’anno il gruppo spagnolo Megara…

“I Megara sono stati musicalmente pregevoli e spettacolari. Noi avremmo sicuramente preferito Loredana Bertè, più vicina ai gusti e alla memoria musicale dei sammarinesi e degli italiani. Prima ancora avremmo cercato tra gli artisti locali, come gli organizzatori fecero con Valentina Monetta e Anita Simoncini. Altre volte le scelte sono state determinate da ragioni economiche: artisti sponsorizzati da robuste aziende italiane, un modo oculato per salvaguardare il bilancio di San Marino RTV. Sta di fatto che oggi San Marino oltre a professioniste di già chiara fama come Monica Hill o Sarah Jane Ghiotti può vantare un vivaio di giovani di preziosa qualità come Alessandra Busignani, Paco Zafferani, Kida, Ginevra Bencivegna, Jack the Trick, Irol, solo per fare qualche nome, perché l’elenco è lungo. L’Eurovision è una eccezionale vetrina: se l’artista si afferma diventa testimonial, ovvero un veicolo di promozione della Repubblica. Vale la pena puntare sul territorio senza allontanarsi troppo dai confini. Si può capire la scelta di Achille Lauro, attrazione italiana di primo piano. Meno quella dei Megara. Ricordo l’espressione del segretario Pedini Amati quando sul palco gli comunicarono l’esito della votazione della giuria: mi è sembrato più esterrefatto che deluso. È un buon conoscitore del sistema-spettacolo pertanto come me e Vince Tempera avrebbe sicuramente preferito Loredana Berté”.

  • A proposito del maestro Tempera. Lui ha una solida confidenza con gli inni di San Marino. Nel 2017 scrisse quello dei Comitato olimpico sammarinese per i Giochi dei piccoli Stati d’Europa.

“Sì, lo interpretarono Monica Hill, il baritono Luca Grassi e la Corale di San Marino, tre eccellenze della musica sammarinese. Tempera compose l’inno senza azzardarsi a disturbare Federico Consolo. Domani sera alla Serra Cento Fiori di Rimini sarà lui a rivelare quanto vale in soldoni un inno nazionale”.

 

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